lunedì 18 febbraio 2013

Divano & Sanremo diventa un libro????

Beh, un libro...
esagerati...

Però per chi ha un tablet, un pc, uno smartphone purchessia, da adesso può leggersi con comodo il bigino del Festival, partendo dai contenuti di questo blog. Cioè dai contenuti dello straordinario gruppo d'ascolto nato su facebook con Sanremo 2010.
Scaricatelo e guardatevelo: è gratis!
Se lo fate e vi è piaciuto, non vi è piaciuto o avete qualche miglioramento da segnalare, mettetelo nei commenti a questo post. Grazie!

L'ebook di "Divano & Sanremo" in formato pdf

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domenica 17 febbraio 2013

Gli ultimi dati auditel e la classifica finale

(sempre a cura di Silvio Maccarrone)

La Serata finale di SanRemo, con la meritata vittoria di Mengoni, è stata seguita da 13.635.000 telespettatori per uno share del 51,96% nella prima parte e 10.349.000, 66,59% nella seconda. Media 12.997.000, 53.80%. 
La media delle 5 serate: 11.936.000 e 47.26% (fonte media 5 serate Giancarlo Leone).
Mentre la finale dello scorso anno (vinse la femminilissima Emma Marrone), venne vista da 14.456.000 spettatori (share del 50,93%) nella prima parte e da 12.031.000 (68,73%) nella seconda. La media era di 13.287.000 spettatori con il 57,43% di share.
Quindi, per la finale, Fazio ha registrato dati inferiori rispetto a quelli di Morandi.
p.s una cosa è sicura: Kekko dei Modà con questo terzo posto sarà talmente avvelenato da non voler più sentire la parola SanRemo per tutta la sua vita.


La classifica generale dei big

Marco Mengoni
Elio
Modà
Malika Ayane
Raphael Gualazzi
Daniele Silvestri
Max Gazzè
Chiara
Annalisa
Maria Nazionale
Simone Cristicchi
Marta sui Tubi
Simona Molinari & Peter Cincotti
Almamegretta

Il diario della finale (sottotitolo: possiamo sperare nel futuro)

E alla fine ce la siamo sfangata, c'è una speranza per tutti. Ha vinto Marco Mengoni.
La giovane star, amatissimo dalle schiere di fan, continuiamo imperterriti a chiamarlo "Ex di XFactor": ma dimentichiamo sempre che nel frattempo si è guadagnato il primo European Music Awards di Mtv assegnato all'Italia dopo 17 edizioni proprio a lui, nel 2010, quando ha vinto prima il Best Italian Award e poi il Best European Award. A Sanremo ha portato una canzone sanremese ma non stupida, l'ha interpretata sempre bene e con tanto cuore, ha mostrato maturità e quindi ha vinto. Insomma, un percorso normale, una vittoria meritata considerato che non siamo al festival della musica indipendente ma alla competizione canora più nazionalpopolare d'Italia.

Non era scontato: nella triade che si è giocato il primo posto c'erano Elio e le Storie Tese (che si capiva lontano un miglio che non avrebbero vinto, non foss'altro per il fatto che prima della proclamazione del vincitore avevano già preso il premio della critica e quello per il miglior arrangiamento) e i Modà il cui leader Kekko (un nome, tre kappa, un programma) è il mentore delle più "blasonate" vincitrici di Amici.

Insomma, se l'Italia fosse stata come ce la ricordavamo avrebbero vinto le kappa, gli Elii non sarebbero mai arrivati in finale (in favore di qualche cantante di talent, tipo Annalisa o Chiara) e Mengoni avrebbe cominciato a guadagnarsi la fama del "Toto Cotugno del terzo millenio", eterno secondo che poi va a fare i soldi all'estero.
Non è stato così.

Mengoni primo, Elio secondo, i Modà terzi. E' stato l'epilogo giusto di un festival non scontato ma non rivoluzionario, che ha sdoganato in prima serata - in pillole commestibili per tutti - un po' di opera e musica classica (il direttore d'orchestra del sabato sera è stato il giovane e Daniel Harding, ma anche il piano di Leonora Armellini va segnalato) degli ospiti mitici ma non scontati (Asaf Avidan, Antony & the Johnson, Stefano Bollani, Caetano Veloso) delle stelle della danza (Lutz Forster del Pina Bausch tanztheatre). E che ha messo nel giusto ruolo di ospiti provenienti dal passato persone che avrebbero potuto pretendere (che tragedia sarebbe stata...) di essere in gara, come Toto Cotugno o Albano. Via, è andata bene. Anche se molta della salvezza la dobbiamo alla Littizzetto e alla sua capacità di alleggerire tutto, possiamo sperare nel domani. E se lo possiamo fare per Sanremo, lo possiamo fare anche per il nostro futuro...

(Un grazie per le foto della galleria fotografica alla divanista Lorella Ventura, autrice della maggior parte di esse)


E alla fine, ha vinto Marco, ha vinto Sanremo, hanno vinto i fiori


Eccolo, il marchino osannato anche sul palco dell'Ariston

Secondi, gli Elii.
Che si sono presentati in una sorprendente versione obesa



Bianca Balti, supermodella simpatica ma meno carina delle altre (checchè ne dicesse Fazio)
si è distinta soprattutto per i suoi monumentali orecchini. Questi sono solo un esempio

Anche la Littizzetto, nella serata finale, si è presentata con la farfallina.
Ma non era proprio come quella della Belen...

Daniel Harding

Raphael Gualazzi

Annalisa


Raiz di Almamegretta: le divaniste l'hanno apprezzato molto

L'inquietante Gazzè

Per Chiara mille domande sul vestito

l'atrico catante di Marta sui Tubi

Gli imprevedibili Elii:
fino a ieri romulani con le fronti chilometriche, oggi superobesi

il visibilio della Lucianina:
il campione di Rugby Martin Castrogiovanni

...dal quale si fa addirittura portare in braccio


Ci è andata bene: ha vinto Marco Mengoni

Eccola, per chi non l'avesse sentita...

sabato 16 febbraio 2013

La finale, il punto G del Festival

Siamo arrivati al punto G della settimana festivaliera: la finalissima. I più avveduti schiacciano una pennichella nel pomeriggio per riuscire a tirare le ore piccole stanotte; nella memoria ci sono ancora le interminabili sei ore dell'edizione del 1985, finita oltre le due di notte nella catalessi generale. In scaletta, oltre alle trenta (30!) canzoni in gara, figuravano decine di ospiti, eccoli: Duran Duran, Sade, Katia Ricciarelli e Amedeo Minghi, Baglioni, Jermaine Jackson e Pia Zadora, Gino Vannelli, Claudia Mori, Frankie goes to Hollywood, Village People, Spandau Ballet, Sam Harris, Chaka Khan, i Talk Talk e Claudio Villa; purtroppo non partecipò per un problema di aereo l'attesissimo Phil Collins.


Sperare in un sano contingentamento dei tempi eviterebbe rovesci storici come quelli del 1977 e del 1991, quando i vincitori non vennero proclamati all'interno del Festival, ma dai TG che li seguiva. Nel 1972 un celebre intoppo guastò la festa proprio al momento della proclamazione a un Mike davvero contrariato: il nominativo vincente doveva essere visualizzato sullo schermo di un "calcolatore elettronico", magnificato da Mike come "il futuro del mondo" (e non sbagliava del resto), ma l'enorme Olivetti rimase muto per interminabili minuti di diretta eurovisione, fin quando Bongiorno non si rimangiò la sua profezia e disse verso le quinte: "c'è qualcuno che mi scrive il nome del vincitore su un pezzo di carta e me lo fa avere? Le cose vecchie sono sempre le migliori!". Con tanti saluti a Bill Gates e Steve Jobs.

La prima gaffe della storia del Festival avvenne proprio alla fine della prima finale della storia, nel 1951: il presentatore Filogamo chiamò sul palco l'autore del brano vincente (Grazie dei fior), il maestro Seracini; non vedendo nessuno, pensò di cavarsela con una battuta: "I musicisti sono tutti mammolette vergognose"; dovette prendere il microfono un orchestrale per spiegare nel gelo generale che il maestro Seracini era un povero infermo ormai incapace di muoversi da casa.
Fu invece poco galante Renzo Arbore nell'86, quando bruciò alla presentatrice Loretta Goggi la sorpresa e annunciò che il vincitore era Eros Ramazzotti: la Goggi ci rimase malissimo, guardare il filmato per credere. Insomma, tutti pronti? E nel tifo di questa sera, ricordiamoci che da Bobby Solo a Povia, da Tony Renis a Ramazzotti, il Festival spesso paga la vittoria con un'edizione di ritardo. Elio, secondo nel '96, è lì che aspetta.

Fazio e gli altri conduttori: c'è chi lascia e chi raddoppia

Gli ascolti vanno bene, e già si parla di un bis di Fazio al festival 2014. Negli ultimi anni, è successo spesso che venisse chiesto un bis ai conduttori premiati dal Dio Auditel: solo per stare ai casi più recenti, Morandi e Bonolis. Il trend lo si vede già con gli ascolti della prima puntata: furono bocciati senza appello già dal mercoledì la Carrà e Panariello, mentre la Ventura fu addirittura commissariata durante la sua stessa edizione, allorquando venne cooptato Celentano il giovedì per il sabato: il Molleggiato fece una lunghissima apparizione sul palco affiancato dalla Ventura e da Tony Renis in persona. risollevando appena un po' la media auditel di quello che rimane uno dei festival meno belli della storia recente.

Vianello nel '97 declinò l'invito al bis adducendo motivi di età, mentre il grande Mike, on stage per l'ultima volta nel '98, non guadagnò la riconferma pur senza andare male. Pippo accetta la conduzione solo se ha in tasca la riconferma: è successo nel 2002/2003, nel 2006/2007 e nei ruggenti anni '90 addirittura a scalzarlo dall'Ariston dopo 5 anni di presenza ininterrotta fu solo la magistratura, che lo mise sotto inchiesta per una storia di sponsorizzazioni. Ci sono comunque anche le conduzioni rimaste uniche e ineguagliate, disastrose anche se di successo: pensiamo ai quattro tremendi figli di papà che condussero l'edizione '89 (i figli di Tognazzi, Bosè, Celentano e Quinn si dice siano stati ingaggiati all'ultimo - e totalmente impreparati - per parare il colpo del forfait di Renato Pozzetto e di Renzo Arbore); quante gaffe quell'anno! Ieri sera li ha recuperati Fazio.

E quante papere nel '91, con il timone nelle mani (e nelle lingue) di Edwige Fenech e Andrea Occhipinti: a ogni presentazione ce n'era una, e ogni volta era più sanguinosa... basti pensare che i risultati finali toccò annunciarli a Mollica nel TG1, e Occhipinti concluse la diretta con un programmatico "non ce la faccio più".


Il record dei presentatori è stato toccato nel 1983, quando ad Andrea Giordana, il bel tenebroso, vennero affiancato 4 vallette 4. C'è stato tuttavia un momento in cui presentare il festival era considerato una noiosa, evitabilissima incombenza: è il caso del 1977, quando Mike, presentatore ufficiale dell'anno, scese in riviera solo per la finale, lasciando sola la povera Maria Giovanna Elmi nelle due serate eliminatorie. Anche quell'anno, la Rai tolse la linea ai conduttori prima della proclamazione dei vincitori, che vennero annunciati alla buona nel corso del TG. Il '76 e il '78 invece la conduzione fu "in contumacia", ovvero i due conduttori Guardabassi e Salvetti, erano seduti a un tavolo posizionato ai lati del palco. Nel buio degli anni settanta festivalieri è stato risucchiato anche il grande Corrado: reduce dalle grandi edizioni di Canzonissima, lui presentò l'edizione del '74, ma non venne bene a tal punto che qualche solerte archivista Rai ha pensato bene di riciclare i master del festival per inciderci qualche altro programma... Corrado l'ha presa bene, anche se appena ha potuto, si è trasferito a Canale5.



I dati del Macca - quarta giornata

(come sempre, a cura di Silvio Maccarrone)

Niente serata di duetti per i Big di questa edizione. La quarta (interminabile) puntata di Sanremo 2013, che ha invece omaggiato (non sempre bene) le canzoni del passato che hanno fatto la storia del Festival e proclamato il vincitore di Sanremo Giovani, ha ottenuto nella prima parte 13.036.000 telespettatori per uno share del 47,55%, nella seconda 6.597.000, 52,68%. La media è di 11.538.000 telespettatori con 48,17% di share.

Lo scorso anno, invece, la quarta serata - quella dei duetti, dove ogni Big riproponeva la propria canzone con un ospite d'eccezione - venne vista da 11.429.000 spettatori (share del 39,64%) nella prima parte e da 7.324.000 (49,84%) nella seconda. Con una media ponderata di 9 milioni 931 mila spettatori, share 41,97%.

Nel 2011, la quarta serata (sempre i duetti), venne seguita da 12.857.000 spettatori (share del 44,25%) nella prima parte e da 8.266.000 spettatori (52,01%) nella seconda. Media di 10.617.000 (46,91%).

Con la quarta serata Fazio fa molto meglio delle due edizioni di Morandi.

Serata finale: la scaletta!!


(come sempre a cura di Michela Gosparini)

ovviamente canteranno i soliti Quattordici, sembra che la scaletta sia questa:
Raphael Gualazzi
Almamegretta
Daniele Silvestri
Modà
Simone Cristicchi
Maria Nazionale
Annalisa
Max Gazzè
Chiara Galiazzo
Marta sui Tubi
Malika Ayane
Elio e le Storie Tese
Marco Mengoni
Simona Molinari e Peter Cincotti.

leggendo qua e là ho capito che i tre Big con il punteggio maggiore si esibiranno di nuovo e a stabilire il vincitore assoluto quest’anno sarà un sistema misto: 50% dei voti della Giuria di Qualità sommati al 50% delle preferenze espresse con televoto.

per la cronaca: la giuria di qualità è presieduta da Nicola Piovani e composta da Eleonora Abbagnato, Stefano Bartezzaghi, Cecilia Chailly, Claudio Coccoluto, Serena Dandini, Paolo Giordano, Nicoletta Mantovani, Rita Marcotulli, Beppe Fiorello (che sostituisce Neri Marcorè, che sostituiva Carlo Verdone).

ospiti della finale: Andrea Bocelli, Bianca Balti, il ballerino Lutz Förster del corpo di ballo di Pina Bausch, Birdy, Daniel Harding, Martin Castrogiovanni e Claudio Bisio.

Diario della quarta puntata, o del "Primo Maggio"

Innanzitutto, la serata di ieri non stava ne qui nè li. L'unica gara rappresentata era quella dei giovani, che è arrivata a dire il vero alla sua proclamazione finale: dei quattro finalisti, nessuno da buttar via, alcuni davvero notevoli, ha vinto alla fine il gradevolissimo Antonio Maggio: che qualcosa nella sua vita l'aveva già vinto: la prima edizione di XFactor, con gli Aram Quartet. Il fatto che non aveste la più pallida idea di chi fosse, vi da la misura di quanto questa vittoria sia stata utile per la sua carriera.
Sembrava un figone presente a sè stesso, appena hanno detto il suo nome ha cominciato a piangere come un vitello. Ieri sera non è stato l'unico.
Notevole anche Renzo Rubino, premio della critica: la sua storia d'amore canterina con un un uomo era deliziosa, e il concetto di "apparecchiami" è stato definitivamente sdoganato in amore, qualunque esso sia... Da ricordare anche Ilaria Proceddu, non solo per la stordente gonna optical. Grande classe e coraggio specie nel ritornello in sardo. Ci piace. Dei Blastema per ora ricordo solo il nome, ma li ho trovati meglio della prima sera.

Per quanto riguarda la serata "Revivàl" c'è stato grande dibattito, sul divano. A crearlo le rivisitazioni di "Luce" di Elisa da parte di Raphael Gualazzi e di "Almeno tu nell'universo" di Mia Martini da parte di Chiara. Sul primo è il dibattito è stato estremo: o faceva cagarissimo o lo si trovava geniale. Non si è arrivati alla quadra. Nel secondo caso la divisione era tra chi l'aveva seguita ad XFactor e l'aveva trovata ottima come al solito, e chi non l'aveva seguita e trovava quella canzone "un compitino". Alla fine, le interpretazioni ci stavano dentro in entrambi i casi, e quindi ci siamo accontentati. Molta più condivisione sull'interpretazione di "Ciamo amore Ciao" di Tenco da parte di un emozionato Marco Mengoni, che sul palco ci ha lasciato anche più di una lacrima. Persino i suoi peggiori detrattori hanno dovuto ammettere la pelle d'oca. E altrettanta condivisione c'è stata su "Un bacio piccolissimo" brillante e divertente performance di Elio e le storie tese con grande e spiritosa guest star: Rocco Siffredi. Il resto è stato tutto un vabbè: anche se a me è piaciuto più di altri il pezzo di Simona Molinari con Peter Cincotti e guest star Franco Cerri: "Tua" è già una canzone bella di suo, loro hanno saputo rispettarla e renderla deliziosa.


Infine, gli ospiti: che nella serata del revivàl non potevano che essere delle simpatiche mummie. Ha sempre il suo perchè Pippo Baudo, sono stati una bella sorpresa per la mia autostima i mitici quattro "Figli di" che avevano condotto l'edizione di Sanremo 1989 ("uh, com'è invecchiata la Dominguin!") ho gradito l'assurdo pupazzo Rockfeller, anche se ho dovuto aspettarlo fino alle 00.40. Sarà stato da fascia protetta? Il meglio della serata però è stata una coppia apparentemente "troppo figa"invece deliziosa per leggerezza e giocosità: il pianista jazz Stefano Bollani, che alle donne del divano ha fatto pure partire l'ormone più di Rocco, e l'autore brasiliano Caetano Veloso, alle prese con canzoni italiani storiche. Sono stati una meraviglia.
Ora non ci resta che guardare la finale...

Alla galleria ha collaborato la divanista Lorella Ventura, con la maggior parte delle immagini che vedete....

Partiamo dalla fine: a vincere sanremo Giovani è Antonio Maggio.
Ribattezzato, dalla lucianina, Primo Maggio

Citazione d'obbligo, dopo giorni che nei momenti più difficili la invochiamo come la madonna:
 la pubblicità di Coconuda con Anna Tatangelo

Oddio, Rockfeller!
(certo che far passare un pupazzo amico dei bambini alle 00.40...)
Prima di lui, Caetano Veloso, che ha cantato successi sanremesi.
Solo  qui possono succedere cose del genere...

La Lucianina con quest'abito voleva imitare il vestito di Caterin Caselli,
ma sembra più gabriella Farinon...

Nella serata revival, Daniele Silvestri fa Piazza Grande

per Mangoni "ciao amore ciao" e alla fine piange anche lui com un vitello...

Imperdibile siparietto: amministrazione  di Sanremo e famiglia dell'interessato
hanno scoperto una statua in onore di Mike Bongiorno. Questa.

Da non perdere, il frac di Max Gazzè

...che anche davanti ha un suo senso

Gualazzi, il dibattitone della serata di oggi.
Ha fatto "Luce" di Elisa in maniera sublime o orripilante=



venerdì 15 febbraio 2013

Ricordi anni '80: AlBano, i Ricchi e Poveri e il Faraone del festival


L'edonismo reaganiano in salsa festivaliera ha i tratti di Al Bano e Romina, Toto Cutugno, i Ricchi e Poveri... cosa sarebbero i nostri anni '80, e il festival di Sanremo, senza di loro? 
E infatti, anche nelle edizioni in cui si possono proporre impunemente fra i big i Marta sui Tubi, non si può non coinvolgerli, elevandoli addirittura al rango di Superospiti: nel giro di pochi anni la loro metamorfosi è impressionante: da beniamini del pubblico sono passati a stanchi habituè della Riviera, poi a vecchie glorie e infine a superospiti... nello spettacolo - come diceva il Gianni nazionale (che non è il marito di Maria Nazionale, è Morandi) - "finchè non suona la campana, vai".


Comunque, negli anni '80, non era tutto oro quel che luccicava: quelle stagioni del festival erano sovente macchiate da voci di combine, sospetti, veleni che spesso trapelavano fino a diventare costume (vedasi le copertine di TV sorrisi e canzoni dedicate ai vincitori ancora prima che iniziasse il festival). Nell'84 - nell'anno in cui vinsero i coniugi Carrisi - a chi gli chiedeva un pronostico, il potentissimo discografico Freddy Naggiar, boss della Baby Records di origini egiziane, dichiarava tronfio: "Vinco tutto io". E lo fece, piazzando al primo posto Albano e Romina e al secondo posto Toto Cutugno con Serenata. (Poi aveva in gara Pupo, Drupi e altri ancora). L'anno successivo, vinsero i Ricchi e Poveri, al terzo posto si classificò la rediviva Cinquetti, tutti sempre della stessa scuderia; com'era possibile? A quei tempi, i vincitori erano designati dalle cartoline Totip: più schedine giocavi, più avevi cartoline per votare i cantanti; i maligni sostengono che con un investimento di circa 200milioni dell'epoca si potevano acquistare pacchetti di voti sufficienti per arrivare al podio. Voci maliziose e ovviamente mai dimostrate sostengono che in quell'85 il "Faraone"abbia totalizzato una lunga serie di "12" e "11" al Totip, portandosi a casa anche diverse auto sportive quell'anno messe in palio.
Insomma, mentre in Riviera AlBano gorgheggiava che la felicità è "un bicchiere di vino con un panino" e i Ricchi e Poveri filosofeggiavano che "se il mondo è strano, sarà perchè ti amo", schiere di collaboratori passavano le giornate in fila alle ricevitorie a giocare le schedine. Ma del resto, come diceva Cutugno? "Con la schedina tra le dita, puoi cambiare la tua vita".

I dati del Macca - Terza serata

Silvio Maccarrone
La terza serata del Festival di Sanremo 2013 (quella con la premiazione ad Albano, non si sa bene per cosa) ha registrato nella prima parte 11.497.000 telespettatori per uno share del 42,8%, e nella seconda 6.354.000, 46,91%. Media (primo dato) 10.700.000, 42,5%. (fonte TVBlog)

Nell'edizione del 2012, quella con Morandi e Papaleo, la terza serata registrò 12.770.000 spettatori (share del 45,62%) nella prima parte e 6.533.000 (57,16%) nella seconda.
La media era di 10.540.000 (47,76%).

La terza serata del 2011 (sempre con Morandi) fu seguita da 15.398.000 spettatori (share del 50,23%) nella prima parte e da 7.488.000 (53,21%) nella seconda. Con una media di 12.363.000 (50,90%).

La terza serata di Fazio fa quindi meno delle corrispettive serate degli ultimi due Festival. Assurdo, se pensiamo che - Albano a parte - ieri c'è stata della vera qualità.

Quarta serata: il programma del "revivàl"

(Sempre grazie a Michela Gosparini, addirittura in anticipo oggi!)

programma di massima per la quarta serata (qualcosa già si sa), ulteriori aggiornamenti dopo pranzo, soprattutto per conoscere i duettanti...
rumors vorrebbero Rocco Siffredi con gli Elii, staremo a vedere

tema "Sanremo Story"
in ordine sparso i cantanti (e canzoni) con i duettanti (ove già comunicati)

Maria Nazionale – Perdere l’amore
Malika Ayane – Cosa hai messo nel caffè
Simone Cristicchi – Canzone per te
Max Gazzè – Ma che freddo fa
Annalisa Scarrone con Emma – Per Elisa
Daniele Silvestri – Piazza grande
Simona Molinari con Peter Cincotti con Franco Cerri – Tua
Chiara Galiazzo – Almeno tu nell’universo
Almamegretta – Il ragazzo della via Gluck
Marco Mengoni – Ciao amore ciao
Elio e le storie tese – Un bacio piccolissimo
Modà – Io che non vivo
Raphael Gualazzi – Luce (tramonti a nord est)
Marta sui Tubi con Antonella Ruggiero – Nessuno

l'unico dato di rilievo per la gara è che sarà proclamato il vincitore dei Giovani che verrà decretato per il 50% dal televoto e per il 50% dalla Giuria di qualità

ospiti: Caetano Veloso e Pippo Baudo (marchettone per Casa Allegria)

Diario della terza giornata: la Nostalgia Canaglia della stupidità

Comincio a non avere più parole.
Per sintetizzare, elenco come è andata per punti. Allora...
1) almeno oggi non si è cominciato con un pippone, ma con Fazio e la Lucianina che cantavano Trottolino amoroso. Uno strazio, ma almeno si rideva...
2)Ad un secondo ascolto le canzoni cominciano a prendere finalmente forma: e si scopre che la canzone di Mangoni è super sanremese (e concluderà la serata come prima al televoto), che i Modà  ci annoiano come al primo ascolto, che Raiz ci piace e la canzone si lascia ascoltare, che Chiara ha una canzone che fa cagarissimo ma lei può cantare anche l'elenco del telefono, che Annalisa è carina, che Cristicchi non è stonato come sembrava ieri ma che la canzone sembra troppo "le cose in comune" di Daniele Silvestri, che gli Elii fanno un pezzo che sta tra la cagata pazzesca e il virtuosismo cosmico (nel gruppo non ci siamo ancora decisi)
3) i giovani si confermano più pimpanti. Antonio Maggio e Ilaria Porceddu, i due che passano il turno, valevano la pena
4) Il pippone c'è stato ma è stato a cura di Roberto Baggio. Però ci piace e l'abbiamo sopportato lo stesso (non è vero: in quel mentre ho girato su Masterchef)
5) Lucianina è stata grandiosa, in versione sanValentino contro la violenza delle donne. Sia la lettera agli uomini, sia la raccomandazione alle donne di non accompagnarsi a un violento ("se vi picchia non vi ama, è solo uno stronzo") sia il balletto One Billion Rising, flash mob planetario a cui si è unita nel palco dell'Ariston, sono stati belli e giustificano tutta la serata. E anche i suoi orripilanti zatteroni rossi.
6) Su Antony and the johnsons sospendo il giudizio. Si è scatenato - peggio, l'ho scatenato io -  un dibattito che ha lasciato morti e feriti sul divano, perciò mi riprometto di riascoltarlo per bene. Però che due su due superospiti stranieri  fossero indistinguibili da una superospite, almeno vocalmente, mi ha davvero incasinato la vita. Me ne farò una ragione, pare che siano bravissimi. Provvederò al riascolto.
7) alla fine cantare Nostalgia Canaglia e Felicità insieme ad Al Bano, Fazio e la Lucianina e tutto l'Ariston mi ha dato un piacevole senso di liberazione: evidentemente avevo bisogno di una qualche cagata da karaoke. Questo festival è troppo intelligente per me.


Gli Elii, "conciati come dei Borg"


E' il momento di un mito di Sanremo: Peppe Vessicchio


Souvenir di Sanremo per Lucianina: un pezzo della barba di Vessicchio


Roberto Baggio, ricompare e fa emozionare persino Aung San Suu Kyi


giovani promesse suonano Chopin


Fa un po' Sacha Baron Cohen, ha una bella canzone e passa il turno:
 l'ex XFactor (con gli Aram Quartet)  Antonio Maggio


E' uno sbaglio, ma fa tanto copertina di fumetto: il super ospite ("ma perchè super?" ammette lui)
Al Bano, con la sua madrina Laura Chiatti e Lucianina


sempre Lui


Questa foto lo so, è brutta. Ma non si poteva non immortalare le sue flessioni sul palco.
Vero Macho Italiano!




Per la gioia degli appassionati, Laura Chiatti


Chi l'avrebbe mai detto? una groupie un po' babbiona per AlBano.
Chissà se è riuscita a farla autografare, quella fotografia...


E anche AlBano si porta via il suo premio


Seconda eliminazione dei giovani:
passano Antonio Maggio e Ilaria Porceddu, con una gonna da mal di testa....

giovedì 14 febbraio 2013

Terza serata: la scaletta della Gosparini, in arrivo dal Divano

Michela Gosparini

scaletta di oggi, terza serata
NB: l'ordine delle esibizioni non è ancora ufficiale, non c'è nemmeno nel sito di Sanremo. uffa. :-(
ordine di uscita delle precedenti serate e ciccia.

i Big:
Marco Mengoni: “L’essenziale“
Raphael Gualazzi: “Sai (ci basta un sogno)“
Daniele Silvestri: “A bocca chiusa“
Simona Molinari-Peter Cincotti: “La felicità“
Marta sui Tubi: “Vorrei“
Maria Nazionale: “E’ colpa mia“
Chiara Galiazzo: “Il futuro che sarà“
Modà: “Se si potesse non morire“
Malika Ayane: “E se poi“
Simone Cristicchi: “La prima volta (che sono morto)“
Almamegretta: “Mamma non lo sa“
Max Gazzè: “Sotto casa“
Annalisa: “Scintille“
Elio e le Storie Tese: “La canzone mononota“

i Gggiovani:
Andrea Nardinocchi: “Storia impossibile“
Antonio Maggio: “Mi servirebbe sapere“
Ilaria Porceddu: “In equilibrio“
Paolo Simoni: “Le parole“

Gli ospiti:
Antony and the Johnsons
Roberto Baggio
Laura Chiatti (spero meno inutile della Bar Refaeli)
Al Bano per il momento amarcord

doveva esserci Daniel Barenboim, ma ha dato forfait per un forte mal di schiena che lo ha bloccato a Berlino. niente romanticissimo Chopin per S.Valentino... a meno che non lo suoni questa Leonora Armellinie, pianista, che è sbucata fuori nelle scalette ufficiali

I Dati del Macca - Seconda giornata

Direttamente in arrivo dal divano :-)

Poncionni cente.
Ascolti seconda serata: la kermesse è stata vista nella prima parte da 12.477.000 telespettatori per uno share del 42,21% e nella seconda da 6.606.000, 49,03%. Media 11.330.000, 42,9%.

Mentre gli ascolti della seconda puntata dello scorso anno, sono stati:
11.055.000 spettatori (share del 37,29%) nella prima parte e 6.012.000 (47,2%) nella seconda.
Media 9.199.000 (39,28%).

Fin quì, Fazio fa meglio di Morandi, sia per l'edizione del 2011 (che ebbe una media di 10.144.000 con il 42,67% di share) che quella dello scorso anno.

Ariston, il palco dei drammi


La tragedia che ha colpito il cantante dei Ricchi e Poveri Franco Gatti, la morte del giovanissimo figlio Alessio, è soltanto l'ultima di quelle che hanno punteggiato la storia del Festival, con effetti più o meno vistosi sullo spettacolo canoro. Ovviamente quella rimasta nella memoria di tutti è stata la misteriosa vicenda di Luigi Tenco, morto suicida - così dice la cronaca, ma molti dubbi sono stati avanzati nel tempo al proposito - in una stanza dell'hotel Savoy la sera in cui apprese che la sua canzone "Ciao amore ciao" non era stata ammessa alla finale. Correva l'anno 1967. Mike Bongiorno, quell'anno alla conduzione, liquidò con una certa sommarietà la notizia, che invece toccò nel profondo l'ambiente delle spettacolo, come testimonia la volontà - per la verità presto rientrata - del cast canoro di sospendere il festival e le lacrime di Lello Bersani mentre incideva il suo servizio per il TG della sera, sulla soglia della camera di Tenco.
Nel 1987, toccò invece a Pippo Baudo annunciare in diretta, a pochi minuti dalla proclamazione del vincitore, la scomparsa di Claudio Villa, quattro volte primo classificato al Festival e protagonista assoluto dell'età pionieristica della rassegna. Morandi, quell'anno vincitore con Ruggeri e Tozzi e grande amico/rivale di Villa fin dai tempi delle Canzonissime anni '60, usci in proscenio a ritirare il trofeo praticamente in lacrime.
Negli anni '90 suscitò molta emozione - anche se a posteriori - la prematura scomparsa di Alessandro Bono, sul palco dell'Ariston pochi giorni prima di morire per una grave malattia con il brano "Oppure no", nel 1994; in quel '94 ultima apparizione in pubblico e all'Ariston anche per un altro grande big della musica leggera italiana: Ivan Graziani.
Sempre con molta discrezione, anche Giuni Russo scelse il festival per fare la sua ultima apparizione in pubblico, con il brano "Morirò d'amore", in una performance - si dice - concordata con Baudo proprio per essere un intenso testamento artistico all'insaputa del pubblico. L'artista si esibì con un tatuaggio all'hennè che le ricopriva interamente il capo, reso calvo dalla terapia anticancro che aveva appena concluso senza successo.
Infine, è ancora viva l'emozione del ricordo di Lucio Dalla, l'anno scorso in gara con Pierdavide Carone quarant'anni dopo l'ultima sua partecipazione (Piazza Grande, 1972) morto improvvisamente pochi giorni dopo la fine del festival. Sipario.

Il riassunto della seconda serata: mercoledì gnocca

Non c'è molto da dire sulla seconda serata, vista la mancanza di psicodrammi di comici e di presenze militari canterine: concluso il percorso di selezione delle canzoni dei big (che al momento ha lasciato nella mia memoria una gigantesca poltiglia di note, in attesa di essere dipanata) l'unico vero leit motiv della serata sono le belle donne. Di ogni età, ragione sociale e marito.
Bar Rafaeli, da ricordare perchè "più bella della Barbie" ma anche per l'ex fidanzato Di Caprio, Carlà Brunì, ex first lady francese, modella, cantante con la chitarra, Eleonora nonmiricordopiù, moglie di Max Biaggi e una manciata di campionesse olimpioniche che se la sapevano cavare sui tacchi hanno allietato una serata che contava una sola pesante assenza (mentre tutti noi ci domandavamo: ma in quale angoletto della scaletta erano mai stati collocati, prima del dramma? di spazio non ce n'era per nulla...) : quella dei Ricchi e Poveri, che hanno dato forfait a causa dell'improvviso lutto del bruno col baffo, Franco Gatti, cui è morto improvvisamente nella mattina il figlio 23enne.
La grande musica italiana che piace tanto ai russi e agli italoamericani è stata comunque rappresentata dal pippone iniziale, questa volta dedicato a Domenico Modugno: Beppe Fiorello, con giacca originale dell'epoca (Poi regolarmente restituita alla signora Franca, moglie dell'indimenticabile autore di Volare) ha intonato fino a non poterne più le sue principali canzoni, ricordando con dovizia di particolari l'imminente programmazione della fiction a lui dedicata, interpretata, anche vocalmente, dal Fiorellino.
Sul divano nei momenti morti è ormai tradizione invocare la pubblicità di Coconuda, dove la Tatangelo spacca più che se fosse stata in gara coi big. E, tra i big, si sono fatti attendere gli Elii (questo l'affettuoso diminutivo del gruppo Elio e le storie tese) che, sempre attuali, si sono vestiti da chierichetti per presentarsi sul parco dell'Ariston.
Nell'immaginario del gruppo d'ascolto ha fatto breccia il reggae degli Almamegretta, ha fatto discutere Annalisa ("Chi?") e orripilare Kekko dei Modà: che però sappiamo essere seriamente in predicato di vincere. D'altra parte, in questo Sanremo tecnico e di buoni sentimenti, comincia a mancarci un po' di sano trash. Dimenticavo: tra le tante belle stangone della giornata, un po' di consolazione anche per le donne c'è stata: la comparsata di Carlo Cracco come testimone di una dei cantanti. Che ci ha ricordato come domani saremo, noi malati di tivù, ad un terribile bivio: cosa registro, Masterchef o il Festival?



Beppe Fiorello con giacca originale di Modugno

Bar Rafaeli, "Più bella della Barbie"

Max Biaggi e la sua Miss Italia

Ecco la faccia di un superfavorito: Kekko dei Modà

Simone Cristicchi, questa sera, non c'ha preso una nota



Zum zum alla francese: voilà Carlà brunì

..che anche lei ha il suo perchè, anche se non è più ventenne (è del '67)

E' stata una serata di divulgatori scientifici:
qui il finto Alberto Angela, interpretato da Neri Marcorè

Bar Rafaeli con un sobrio vestituccio trapuntato






Malika Ayane, l'acconciatura (e la tinta) più inquietanti della serata


Anche le sciure vogliono la loro parte: Carlo Cracco


Annalisa ("Chi?")


Elio versione chierichetto

In tutta questa gnoccaggine, anche la Lucianina ha voluto fare la sua parte:
con una superscollatura velata (Però, la credavamo piatta...)

Cracco bis, sappiamo che apprezzate

Giacobbo c'era, e ci ha detto che il meteorite di dopodomani non ci cadrà sulla testa



Gli Elii, versione mononota